📚 Fa troppo freddo per morire
- Alizé
- 4 apr 2023
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 19 giu 2023
di Christian Frascella - Einaudi
🍕🍕🍕🍕
"Fare subito buona impressione non è tra le mie caratteristiche vincenti." Contrera, il protagonista di questo giallo, ce lo dice quasi subito: a lui di fare una buona impressione non importa e in effetti non fa una buona impressione manco dopo.
Premetto che il libro mi è piaciuto, e lo metto nella categoria libri che te bevi ma il detective corrotto, spettinato che ha problemi con la figlia e l'ex moglie e beve la birra e oddio mio quanto so' maledetto però poi ho il cuore tenero ce l'ha un po' fatta a peperini.
Sta storia dell'uomo problematico, inafferrabile e dark è l'equivalente dell'effetto Anastasia di 50 Sfumature di Grigio: sono una protofregna ma sono timida. Scrivo con la proprietà di linguaggio di una che s’è ingoiata lo Zanichelli e che ha fatto la fusione con l’Accademia della Crusca, ma riuscirò a scrivere questo articolo per il giornalino della scuola????? Mi seguite?
Insomma Contrera (che si farà chiamare per cognome per tutto il libro) sta bello inguaiato: ex-moglie e figlia lo odiano, vive a casa della sorella condividendo la stanza con il nipote adolescente, il cognato lo odia, ha perso il lavoro in polizia e adesso fa il detective privato usando un angolo della lavanderia a gettoni del quartiere come ufficio. Caporetto con le gambe. Proprio il proprietario della lavanderia a gettoni lo incarica di aiutare il nipote Driss, che si è indebitato con una banda di criminali, ma quando il capo della banda viene ritrovato morto nel suo ufficio Driss è il primo sospettato. Ed ecco che Contrera avrà per le mani un bell'omicidio da risolvere tentando nel frattempo di schivare nell'ordine: il resto della banda, un capo della Ndrangheta, le aspettative della comunità magrebina che lo ha assunto e i suoi ex colleghi della polizia che lo chiuderebbero al gabbio con una chiave di cioccolata.
Cosa non mi è piaciuto: I dialoghi sono improbabili, soprattutto con quei personaggi di raccordo che incrocia per caso. In 'sto libro sono tutti incazzati e incazzosi ma in modo strano, quasi grottesco che fa molto B Movie. Che poi è la stessa irrealtà che ho sentito nella descrizione della complessità del personaggio: Contrera è un bel vaso di Pandora aperto che ci fa vedere tutte le sue ombre, un processo accattivante e necessario, peccato che ste ombre a volte sembrino la Pimpa. Il suo è un personaggio che non riesci a inquadrare perfettamente mai. Le donne del libro sono inutili: una acida, una sottona, una stronza e una poraccia. Un accanimento verso 'ste donne che non ho ben capito.
E devo dire il modo in cui viene menzionata la provenienza geografica di tutti i personaggi non torinesi, soprattutto gli stranieri, l'ho trovata tra il démodé e il fotte sega del politically correct ora vi faccio vedere io (con bavero della giacca di pelle tirato su e sigaretta al lato della bocca).
"Alizé ma hai dato ben quattro pizzette a questo libro! Allora sei schizofrenica!" Eh no creature, l'ho detto proprio alla riga 4 di questo post, a me il libro è piaciuto, e adesso vi dico il perché: perché non volevo metterlo giù. È un giallo quindi il lavoro suo l'ha fatto. Volevo sapere dove voleva andare a parare Contrera, volevo sapere di tutta la merda che nascondevano gli altri personaggi, 'che dei buoni ce ne frega poco perché sono noiosi. Mi è piaciuto perché Barriera (il quartiere di Torino dove è ambientato il romanzo) mi pareva di sentirla e vederla, un posto che ho sempre guardato dal di qua del ponte sulla Dora ma che sento stranamente vicino. E poi per pagina 163 che ha reso tutto più umano.
La storia c'è, e nonostante una mancanza di quei colpi di scena che fanno sussultare, si fa leggere e lascia quel desiderio di volerne di più.
BEST BY: Primavera così non senti il freddo maledetto che rompe le ossa dei personaggi del libro
COME: Sui mezzi o sul treno. È perfetto da mettere giù e riprendere per rendere i viaggi meno noiosi
E NELLE ORECCHIE: Willie Peyote, o i Subsonica o Eugenio in Via di Gioia, insomma roba sabauda, nè!

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