Le Storielle - Il Rospo Cosimato
- Alizé
- 10 ott 2023
- Tempo di lettura: 3 min
Avete presente la frase “avere un rospo in gola”? Ecco Alice ce l’aveva veramente. Era comparso un giorno di settembre poco prima che tornasse in città per iniziare la seconda elementare. Quel giorno la Mamma le aveva detto: “Ali quest’anno cambiamo scuola. Andiamo in quella vicina ai nonni così possiamo stare con loro.” La bambina aveva aperto la bocca per replicare: col cavolo che avrebbe lasciato la sua maestra preferita e la divisa che tanto le piaceva e la sua amica del cuore Camilla; poi c’era la questione Fabio, ma quella è un’altra storia perché tanto lui stava con Stella ed era quindi automaticamente diventato brutto e antipatico. Ma torniamo ad Alice che con le fauci spalancate e le mani sulla vita era pronta a sputare fuoco sulla madre che durante l’estate era diventata sempre più pallida e magra e gli occhi le si erano incavati. Una volta caricato il fiato e disordinato i pensieri abbastanza da poter attaccare la genitrice con una raffica di capricci sconclusionati, Alice prese la rincorsa e disse: CRA. La Mamma la guardava con gli occhi spenti e stanchi, quelli di sempre insomma, pareva non essersi accorta di niente, ma la bambina aveva sentito un chiarissimo CRA, secco, uscirle dalla bocca. Puntò meglio i piedi e strinse più forte la vita con le dita grassocce – riproviamo – pensò. Ecco il broncio formarsi e le sopracciglia aggrottarsi, Vai Alice! Vai! - CRA!
Gracidò di nuovo, e quando la Mamma abbozzò un sorriso, le accarezzò la guancia e andò verso la camera da letto, capì che aveva perso la sua occasione. Cos’era successo? Alice non voleva cambiare scuola, voleva poterlo urlare e fermare il destino infame che aveva deciso di rovinarle le ultime settimane di vacanza. Doveva concentrarsi: cosa era successo dal momento in cui la Mamma era entrata nel salone dove lei stava pettinando la barbie alla quale aveva appena tagliato i capelli?
La Mamma era entrata dal cortile, si martoriava le mani piene di ferite e pelle secca e dura; lo faceva da un po’. Si era avvicinata e l’aveva guardata per qualche secondo digrignando i denti in quel modo che le pronunciava la mascella, poi aveva detto tutto d’un fiato “Ali quest’anno cambiamo scuola. Andiamo in quella vicina ai nonni così possiamo stare con loro.” Alice aveva sentito il cuore scendere d’un piano: dal petto alla bocca dello stomaco, dove aveva rimbalzato e le era finito a pulsare in testa. Aveva sentito caldo come quando le veniva la febbre e doveva stare a letto a mangiare le fette biscottate, poi un brivido lungo la schiena e allora era scattata in piedi pronta a battagliare. Ma mentre si metteva in posizione di attacco, commise il terribile errore di guardare finalmente la Mamma negli occhi e vide quello che poteva descrivere solo come uno straccetto. Non aveva l’eleganza e imponenza dell’Ombra con quel suo nero regale, era proprio un pezzo di stoffa consunto, sporco e impolverato con due buchi al posto degli occhi e uno squarcio tirato dove avrebbe dovuto esserci una bocca. Allora il cuore di Alice tornò al suo posto ma si fece piccolo piccolo e zitto zitto, per un attimo la bambina perse l’equilibrio e il coraggio: se avesse sputato fuoco, lo straccetto sarebbe diventato cenere; fu in quel momento che il rospo zampettò in gola alla bambina e si fece comodo. Cosimato lo squatter, un criminale che le rubava l’aria e le parole, un rimastino da centro sociale, accoccolato in orizzontale proprio sopra la laringe. E no, Alice non disse mai niente del cambio di scuola, non disse mai niente di niente perché Cosimato, quel gran figlio di una raganella, stava zitto finché non aveva il sentore che un’emozione forte stava montando e allora CRA! Sono trent’anni che Cosimato vive lì, nella gola di Alice. All’inizio passava la maggior parte del tempo a dormire pigro e fermo, tanto che lei a volte si dimenticava di quell’inquilino grasso e ingombrante, ma adesso non gracida più solo per timore di trasformare la Mamma in cenere o in risposta alle voci che si alzano, alla violenza, ai litigi, adesso ce l’ha con la gioia, la tranquillità, l’amore. Ma Alice non fa niente, aspetta che Cosimato si stufi, perché a tirarlo via di forza non c’è mai riuscita e ormai un po’ si è affezionata perché dire CRA è più facile che trovare le parole.
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